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Intervista esclusiva di Matteo Salvini a Gazzetta della Spezia In evidenza

di Elena Voltolini - Il leader della Lega risponde alle nostre domande su tematiche spezzine, liguri e nazionali che saranno al centro della campagna elettorale per il voto del 20 e 21 settembre.

Il crollo del Ponte di Albiano, unito ai lavori sulla SP 31 della Ripa soggetta a chiusura in caso di pioggia, ha aggravato notevolmente la situazione della viabilità nella zona al confine tra Liguria e Toscana. A distanza di oltre quattro mesi nulla sembra essersi mosso. Ritiene possibile replicare qui il “modello Genova” che ha portato in due anni alla realizzazione del nuovo ponte al posto del Morandi?

Il modello Genova, fortemente voluto dalla Lega al Governo e aspramente criticato dal Pd, ha consentito la ricostruzione in meno di due anni di un nuovo viadotto, con procedure europee in parallelo, un taglio netto alla burocrazia e poteri straordinari al commissario-sindaco Bucci. Si è lavorato giorno e notte anche in lockdown e si è vinta una sfida che sembrava impossibile.
Ad Albiano c'è un commissario nominato dal governo (il presidente della Regione Toscana Rossi) come lo era stato il sindaco Bucci, ma non ha ancora neppure fatto un vero sopralluogo, le macerie giacciono sul greto del fiume, addiritttura i mezzi che in quel momento transitavano sul ponte sono ancora lì, in bilico, in un'area a rischio idrogeologico, senza neppure una recinzione di sicurezza. Il commissario Rossi non ha fatto muovere neppure una pietra, ma è riuscito a nominare due subcommissari, entrambi della sua parte politica: è evidente che sia più interessato ad accaparrarsi poltrone che a demolire e ricostruire un nuovo ponte definitivo, a servizio di due province, Massa e La Spezia, delle imprese e dei cittadini.
La differenza tra Genova e Albiano sta nel modello di chi vuole fare come la Lega, che risolve i problemi, e chi vuole lasciare tutto nell'immobilismo per amore delle poltrone, come il Pd.

 

Una delle questioni al centro del dibattito, da anni, nello spezzino, è il futuro della centrale Enel. Cosa pensa sul tema delle politiche energetiche italiane? Ritiene che sia possibile il passaggio alle rinnovabili o pensa che sia necessario un periodo di transizione magari con il turbogas, impianto che Enel vorrebbe realizzare proprio alla Spezia?

La Lega pensa sia necessario dismettere il carbone e avere un piano serio di riconversione che tenga conto dei livelli occupazionali e del fabbisogno energetico nazionale. Il governo giallorosso non ha ancora dato il via libera alla dismissione al carbone nella centrale. Che bisogna aspettare? La Lega in parlamento ha presentato tutti i provvedimenti per dare una risposta al territorio, mentre dalle forze di governo - Pd sinistra e Cinque Stelle - solo chiacchiere. La Spezia in questi anni ha già dato molto in termini ambientali per il fabbisogno energetico nazionale: ora si faccia anche un progetto serio sull'utilizzo delle rinnovabili. Gli ambientalisti da salotto hanno speso tante parole sulla riconversione, ma non hanno detto come la quota energetica per il fabbisogno del Paese prodotta alla Spezia sarà rimpiazzata.

 

Altra questione centrale per la città è l'ospedale Felettino, atteso da oltre 30 anni. Ai timori su una costruzione che continua ad essere rinviata nel tempo si aggiungono oggi, da parte di alcuni, quelli della privatizzazione. Lei cosa pensa sulla questione sanità pubblica?

Noi siamo per la sanità pubblica e per l'apporto dei privati, nell'interesse dei cittadini-utenti e per migliorare il servizio. I ritardi del Felettino arrivano da lontano e sono figli delle politiche di una certa sinistra che ci ha messo 40 anni a costruire l'attuale ospedale di Sarzana. Il progetto del Felettino, fatto dalla precedente giunta Pd in Regione Liguria, va rivisto rapidamente: il nuovo ospedale quando sarà completato non dovrà essere già superato.

 

Tra le regioni al voto a settembre, la Liguria è la prima in cui PD e M5S hanno trovato l'accordo su un candidato unico, ovvero Ferruccio Sansa (anche se non sostenuto da Italia Viva). Da avversario, cosa pensa di questo accordo, rafforza davvero il centrosinistra? O pensa che alcuni elettori Cinque Stelle sosterranno la “fuoriuscita” Alice Salvatore o che, comunque, non daranno il loro appoggio a Sansa? O forse potrebbero essere gli elettori dem a non vedere di buon occhio questa candidatura?

È un accordo di potere, un matrimonio di interessi: l’accordo è stato ufficializzato dopo dubbi, polemiche e addii. Sansa poteva essere il candidato di Grillo anche alle regionali del 2015 e guardacaso all’epoca aveva pubblicamente denunciato il fallimento di trent’anni di malgoverno ligure targato centrosinistra. L’ex governatore del Pd Burlando aveva scaricato sul padre di Sansa, Adriano, sindaco di Genova negli anni 90, la responsabilità delle alluvioni. Ora Sansa va a braccetto col Pd di Burlando: non credo serva aggiungere altro.

 

In Liguria i due principali candidati sono due giornalisti, Toti e Sansa. Cosa pensa di questa sfida tra due uomini che non sono, come si dice, professionisti della politica? E cosa pensa di Sansa, che con la sua penna ha pungolato non solo il centrodestra, ma anche la precedente giunta di centrosinistra della Liguria, guidata da Burlando? Lei lo ha definito “radical chic”, non ritiene quindi che possa essere visto come una sorta di candidato della società civile e quindi attrarre consensi?

Preferisco guardare in casa mia: sono convinto che Toti abbia ben governato la Liguria, la ricostruzione del Ponte Morandi dimostra l’efficacia della Lega di Governo, il sindaco Bucci è apprezzato. Come già detto, Sansa e il centrosinistra si sono scannati fino all’altro giorno e i cittadini sapranno valutare. Nel luglio 2011 Sansa scriveva sul Fatto quotidiano “chi tocca la sinistra muore”, raccontando le pressioni e la macchina del fango del Pd ligure tra calunnie e tentativi di rovinargli la carriera. E ora....

 

La Liguria è regione di confine e si assiste spesso a tentativi di ingresso in Francia da parte dei migranti, alcuni dei quali vengono scoperti e rimandati in Italia. Si parla sempre di Lampedusa e dei luoghi in cui i migranti sbarcano e tutti conosciamo la sua posizione sui “porti chiusi”, ma cosa pensa si dovrebbe fare in situazioni come quella ligure, magari meno emergenziali, ma anche meno discusse ed affrontate?

La Lega al governo aveva risposto con i fatti, anche a costo di scatenare polemiche internazionali con la Francia che abbandonava immigrati in Italia senza avvertire le nostre autorità. Parigi arrivò a scusarsi, caso più unico che raro, ma ora c’è un governo che ha spalancato i porti e che guarda con sudditanza gli altri Paesi. La ricetta della Lega ha funzionato: porti chiusi, più forze dell’ordine, accelerazione delle espulsioni, tagli agli sprechi dell’accoglienza, telecamere, poteri ai sindaci.

 

Il 20 e 21 settembre gli italiani saranno chiamati ad esprimersi anche sul referendum relativo al taglio del numero dei parlamentari. Quale è la sua posizione?

La Lega ha sempre votato a favore del taglio, a differenza del Pd che ha cambiato opinione pur di accaparrarsi il potere insieme ai 5Stelle. La Lega ha dignità e non cambia idea.

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