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La gara ponte per la gestione della RSA Mazzini riguarda solo 2 piani (e uno ora non è utilizzabile) In evidenza

di Elena Voltolini - La clausola di salvaguardia c'è, ma è molta la preoccupazione per il futuro dei lavoratori che vedranno ridurre il monte ore e alcuni dovranno essere ricollocati.

Scadranno il 26 aprile i termini per la partecipazione alla gara per la gestione della RSA Mazzini. Si tratta di una gara “ponte”, con un contratto della durata di 1 anno rinnovabile per altre 12 mensilità. A gara, inoltre, è solo parte della struttura ed anche i posti letto compresi nel capitolato non sono al momento tutti utilizzabili.
Il successore dell'attuale gestore KCS, infatti, si occuperà solamente dell'ultimo piano e del secondo. L'ultimo piano (post acuzie) ha un totale di 32 posti letto, suddivisi in 26 posti di degenza e 6 in area buffer; il secondo piano, invece, ne comprende 43, suddivisi in due moduli da 20 e 3 posti buffer. Tutto questo piano, però, sarà fruibile solo dopo che verranno realizzati (almeno in parte) lavori di competenza del Comune.

 “Il bilancio in via di approvazione – ha rassicurato l'Assessore Giulia Giorgi – prevede lo stanziamento di 450 mila euro. La speranza è che almeno parzialmente i posti letto possano essere riempiti anche a lavori non ancora ultimati, ma questo dipenderà dai dettami di Alisa”.

Al momento, quindi, i posti effettivi sono quelli dell'ultimo piano, mentre il totale di quelli inseriti nel capitolato di gara è 75.

E' questo un primo nodo di confronto, emerso anche nel corso della III Commissione consiliare del Comune della Spezia, tra i sindacati e ASL.
Secondo CGIL, CISL e UIL, infatti, “ballano” oltre 30 posti, ovvero ne sarebbero stati promessi 97-98. Numero che ASL fa scendere a 90, ribadendo però che era impossibile arrivare a tale cifra e che si è fatto quanto più possibile per ridurre lo scarto tra i posti letto inseriti nel capitolato e quelli esistenti un tempo (120).

Da qui, a cascata, deriva una serie di problematiche evidenziate dai sindacati. La riduzione dei posti letto, infatti, causa un abbattimento del monte ore per i lavoratori pari a circa il 30%. Quindi, se la clausola sociale inserita nella gara mette a riparo da licenziamenti, nessuna tutela c'è sul fronte delle ore di ciascun operatore e di conseguenza dello stipendio che percepirà. Secondo i calcoli dei sindacati molti passerebbero da un full time di 38 ore attuale a lavorare circa 20 ore a settimana e vedrebbero la busta paga ridursi circa del 30%.

Se poi, come detto, la clasola sociale c'è, resta anche il problema della ricollocazione in quanto in non rari casi a dover essere ricollocati, hanno evidenziato i sindacati, sarebbero persone alle quali non sarà facile trovare un nuovo posto. Se infatti gli OSS potrebbero trovare un reimpiego nell'assistenza domiciliare, chi lavorava nelle cucine o nella lavanderia della RSA non ha una professionalità tale da poter avere facile ricollocazione.

La preoccupazione è quindi tanta, anche perchè i tempi sono ormai molto stretti. La gara, come detto, scade il 26 aprile e se è pur vero, come ribadito dalla ASL, che dei 17 soggetti contattati molti hanno chiesto chiarimenti e dimostrato interesse, è altrettanto vero che bisogna aspettare che la partecipazione diventi effettiva e che ci sia un nuove nome da sostituire a KCS, il tutto entro pochi giorni.

Come anticipato si tratta di una gara ponte, transitoria, della durata di massimo 2 anni, cui farà poi seguito la gara vera e propria per l'affidamento dell'intera struttura e non solo, che comprende anche: il centro diurno di primo livello con 10 posti letto, il centro diurno di secondo livello con altri 10, 3 posti letto emergenza sociale e sociosanitaria e 27 posti a Levanto (20 di degenza e 7 buffer). I posti buffer poi, al termine dell'emergenza Covid, potrebbero consentire un ulteriore ampliamento di degenti, con la trasformazione di camere singole in doppie, anche se ancora da valutare.

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